Sandrocchia, come l’aveva soprannominata il regista “amore della sua vita”, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano.

Una voce inconfondibile, un ruolo da svampita datole sul set da Federico Fellini, suo grande amore, e rimastole addosso, un sorriso luminoso, tanto Cineme e Tv. Questo e molto altro era Sandra Milo, che si è spenta nel sonno alla venerabile età di 90 anni, nella sua casa, circondata dai suoi cari, come aveva chiesto.  Lo ha reso noto la famiglia.

I figli: ci ha lasciato addormentandosi, come aveva richiesto

Oggi alle 8:25 del mattino nostra madre è venuta a mancare. Ci ha lasciato serenamente, addormentandosi nel suo letto, nel modo in cui ci aveva espressamente richiesto, circondata dal nostro amore e da quello dei suoi amati cani Jim e Lady. Vi chiediamo di rispettare il nostro immenso dolore e di pregare per la sua anima, rivolgendole un pensiero di luce“. Così sui social i figli di Sandra Milo, Debora, Ciro e Azzurra. “Ringraziamo sentitamente nostro padre Ottavio de Lollis – prosegue il post -, l’avvocato Bruno della Ragione, Maurizio Pennesi, Alberto Matano, Cristina Morea, Maria Grazia Cucinotta, Claudio e Pino Insegno, Franco Brel, Angelo Genovese, Franco Lattanzi e sua moglie Rita, Enrico Pola, Federica Di Giacomo, Lorenzo Picone, Luigi Alesi, Angelo De Biasio, Carlotta e Gabriele Malaguti, Marina e Tullio, Maricla Verdesca, Simona Ballarino. E se abbiamo dimenticato qualcuno ce ne scusiamo sentitamente“.

Al secolo Elena Liliana Greco, in arte Sandra Milo, “Sandrocchia”, come l’aveva soprannominata Fellini, era nata l’11 marzo 1933 a Tunisi. Ispiratrice di grandi registi italiani e francesi si sposa giovanissima, a soli 15 anni, con il Marchese Cesare Rodighiero. Il matrimonio sfortunatamente dura un paio di mesi, ma quanto le basta per avvicinarsi a un’elite molto ricercata.

Nel 1953 decide di cominciare a recitare e lo fa nella pellicola di Giorgio Bianchi “Via Padova, 46″,  accanto a Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Memmo Carotenuto, Massimo Dapporto, Ernesto Almirante, Vittorio Duse, Lamberto Maggiorani e Virna Lisi, ma in un cast così variegato di noti volti nessuno si accorge del suo. Con Antonio Pietrangeli il primo sodalizio artistico. Affiancherà Alberto Sordi ne “Lo scapolo” (1955), e proprio grazie alle sue forme particolarmente rotonde e vistose e per quella sua strana voce, ancora da bambina, si impone come una maggiorata del grande schermo, prendendo parte a numerose commedie: “Adua e le compagne” (1960), accanto a Claudio Gora e Marcello Mastroianni in “Fantasmi a Roma” (1961). Infine, nel 1964, diventa protagonista de “La visita”

Dopo aver recitato con Gino Cervi in “Moglie e buoi” (1956), ha un piccolo ruolo nel film “Mio figlio Nerone” (1956) con Brigitte Bardot, Alberto Sordi, Vittorio De Sica e la grande diva del muto americana Gloria Swanson. Lavorerà con De Sica anche ne “La donna che venne dal mare” (1956). 

Nel 1959, dopo il matrimonio con il produttore Moris Ergas recita per Roberto Rossellini ne “Il generale Della Rovere” (1959), accanto a De Sica e a Vittorio Caprioli. Stroncata dalla critica si rifugia in Francia e Claude Sautet la sceglie come partner di Jean-Paul Belmondo in “Asfalto che scotta (1960). Federico Fellini le organizza un provino in casa e diventa la femme fatale ironica e disinibita ne “8 ½” (1963) con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Mario Pisu, Rossella Falk, Anouk Aimée, Barbara Steele, Caterina Boratto, Annibale Ninchi e Giuliana Calandra, facendole ottenere fra l’altro il suo primo Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista. La Milo gli rimane accanto per 17 lunghi anni in cui Giulietta Masina – moglie di Fellini – era a conoscenza della relazione extraconiugale del marito e si era ritrovata persino a recitare con la Milo ne “Giulietta degli Spiriti” (1965), vincendo il suo secondo Nastro d’Argento. Nasce “Sandrocchia”, così la soprannominava affettuosamente lui. E ancora “Le voci bianche”(1964), “La donna è una cosa meravigliosa” (1964).

Chiusa il burrascoso matrimonio con Ergas, dal quale nascerà Deborah, attualmente giornalista televisiva, troverà un nuovo amore con Ottavio De Lollis, che la renderà madre di Ciro e Azzurra.

Nel 1987, recita con Jeanne Moreau in Remake, poi spinta dall’amicizia con Bettino Craxi, si improvvisa conduttrice televisiva su Rai Due con il programma “Piccoli fans”, programma per bambini che la riporterà nuovamente in auge. Nel 1990 durante la trasmissione “L’amore è una cosa meravigliosa” il brutto scherzo telefonico fattole in diritta dove la sia avvertiva di un incidente – peraltro mai accaduto – del figlio Ciro. La Milo scappa in lacrime dallo studio, ma le urla della Milo diventano un tormentone per programmi come “Blob” e “Target”. Nel 2021 viene premiata con un David di Donatello alla carriera.

Un’opera cinematografica straordinaria che lascia il segno nella storia del cinema

di Valerio Riccobono

La pellicola “Vera” ha raggiunto vertici ineguagliabili, conquistando ben 34 premi in tutto il mondo. Questo applaudito capolavoro ha recentemente guadagnato anche il prestigioso riconoscimento dell’Oscar Austriaco, consolidando la sua posizione come uno dei film più acclamati degli ultimi anni.

Diretto dai talentuosi registi austriaci Tizza Covi e Rainer Frimmel, Vera racconta una storia avvincente che affronta tematiche attuali, universali e profonde. La trama coinvolgente e la regia magistrale hanno catturato grande attenzione da parte del pubblico e della critica, portando a casa una serie di trionfi nelle principali competizioni cinematografiche internazionali.

La pellicola ha ottenuto una serie di riconoscimenti prestigiosi, tra cui: Miglior film austriaco 2023; migliore regia e miglior montaggio alla 13a edizione degli Austrian Film Awards al Globe di Vienna; miglior film a Les Arc film festival; Leone D’Oro al 79′ festival di Venezia come migliore attrice e migliore regia, miglior attrice in Cina al festival internazionale del cinema dell’isola di Hainan e tanti altri premi.

Ognuno di questi premi sottolinea l’eccellenza e il valore artistico di questo film, che ha saputo toccare le corde emotive di un vasto pubblico.

Ma cosa rende VERA così speciale e degno di tutti questi premi?

Prima di tutto, la storia coinvolgente, che affronta tematiche profonde e attuali. In questa pellicola riusciamo a scoprire il lato magico di una donna come VERA, Vera Gemma figlia di Giuliano Gemma, una donna che per tutta la vita ha portato con sé, la pesantezza di essere una figlia d’arte, e quindi di dover dare sempre il massimo, ma Vera è sensibile, è una donna che ama la semplicità, la diversità e nel film ne abbiamo la prova concreta; Vera nonostante sia dell’alta società romana, nella sua vita si è sempre interfacciata con gli uomini di periferia, vedendo in loro qualcosa in più, sperando in loro un innamoramento vero, proprio come riesce lei ad amare. Non sarà tutto rose e fiori, perché Vera sarà vittima di un rapporto d’amore a senso unico, verso un uomo che la utilizzerà come strumento per i propri interessi. Il film riesce a dar valore alle piccole cose della vita. GRAZIE VERA

Sinossi del Film VERA

Vera vive all’ombra di un padre famoso. Stanca della propria vita e delle proprie relazioni superficiali, vaga nell’alta società romana. Quando, in un incidente automobilistico in una zona di periferia, ferisce un bambino di otto anni, inizia con lui e con suo padre un’intensa relazione. Ma presto si rende conto che, anche in questo mondo, lei non è che uno strumento per gli altri.